Prendiamo spunto da un recente articolo del Corriere della Sera per fare alcune considerazioni sulle sigarette elettroniche:
Ormai
non va più di moda fumare: nel nuovo millennio, si svapa. La sigaretta
elettronica si sta pian piano affermando come alternativa molto dolce, a volte
agrumata, speziata e, soprattutto, meno costosa della classica «siga». Almeno, a
vedere come stiano crescendo, tra le strade milanesi e di provincia, i negozi
dedicati esclusivamente a questa tipologia che si propone di sostituire il
tabacco classico. «C'è stato un vero boom dei negozi di e-sig - racconta Nicky,
titolare della Smoke House di Paullo, l'ultimo nato sul suolo milanese-. Se si
pensa a quanti tabaccai esistono in Italia, non spaventa di certo la
concorrenza». Attribuita al cinese Hon Lik, la e-sig, ha trovato consenso sempre
più diffuso anche in Italia e, come testimoniano i diversi negozi fisici aperti
in città, anche tra i milanesi (sul sito esigarettaportal.it ne sono elencati, tra
Milano e provincia, ben 28). Ma come funziona? Esiste un kit con sigaretta e
caricabatteria. L'attivazione può essere manuale (con un pulsante sul lato della
batteria) o automatico (al momento del tiro). È la batteria, posta all'estremità
della sigaretta, a fornire energia all'atomizzatore che scalda il liquido
contenuto nella cartuccia: questo si vaporizza ed esce dal buco posto sulla
cartuccia, finendo nella bocca del fumatore. La sigaretta elettronica quindi non
brucia e non si consuma. E la nicotina dalla quale i fumatori non riescono a
farne a meno? Nei negozi specializzati si può trovare una vasta gamma di liquidi
ai sapori più disparati: dal cioccolato alla vaniglia, dai mirtilli al tabacco e
con differenti contenuti di nicotina (da 0mg, 4mg, 8mg, 9mg, 18mg). Chi volesse
smettere di fumare scende, così, in modo graduale acquistando il flacone con,
via via, sempre meno nicotina. Salta all'occhio la mancanza di catrame e di
tabacco tra le precise indicazioni degli ingredienti riportate sui flaconi.
«Sono numerosi anche i produttori italiani di questi liquidi aromatizzati,
composti da glicole propilenico e glicerina vegetale, che si attengono alle
disposizioni CEE e che sono approvate dal Ministero della Salute - spiega il
titolare di Smoke House-». Chi entra in questi negozi? Una consistente ed
eterogenea clientela composta da una parte da coloro che vorrebbero smettere di
fumare e dall'altra da chi, amante della gestualità, vorrebbe fumare in modo
differente. E dal punto di vista economico, visti i tempi, conviene più fumare o
svapare? Il responsabile di Officine Svapo di Corso di Porta Romana, solito a
trattare con una clientela «medio-alta di professionisti ma anche con parecchi
taxisti», racconta come lo svapo regali al fumatore il medesimo appagamento
della fumata. «La sensazione è identica al classico hit, ovvero al colpo in gola
che il fumatore cerca. Esistono kit dai 35 fino ai 90 euro in funzione di
prestazioni che variano dal calore del fumo, l'intensità dell'aroma e,
sostanzialmente, l'appagamento in generale. Il componente più delicato è
l'atomizzatore che costa 15 euro e ha una durata di almeno un paio di mesi».
Nocive o no? Secondo una ricerca di cardiologi le e-cig sono innocue sia per
cuore sia per arterie, mentre un altro studio afferma che dopo dieci minuti di
boccate della sigaretta elettronica sia possibile evidenziare una
broncocostrizione. Per cautela, sui flaconi contenenti nicotina, il Ministero
della Sanità ha chiesto a tutti i produttori di sigarette elettroniche di
evidenziare la frase «Tenere lontano dalla portata dei bambini». Me nei locali
pubblici si può svapare? È ancora il titolare di Smoke House di Paullo a
toglierci la curiosità: «Non esiste una legislazione in merito. È ovvio, però,
che svapare, in un locale pubblico, un liquido con nicotina potrebbe arrecare
fastidio. Pensiamo se nel medesimo ristorante solo 10 clienti cominciassero a
fumare e-sig: oltre al diffondersi dell'odore della nicotina, ci sarebbe
inevitabilmente un continuo esalare di profumi e fragranze magari poco gradite.
Tutto sta alla buona educazione»
Il commento di Fabio Beatrice : "Chiariamo che sigaretta elettronica e svape sono la stessa cosa. L'entusiasmo dei fumatori verso la novità del momento non va considerata
negativamente. E' auspicabile che faccia parte di un reale desiderio di gettare
alle ortiche l 'idea del fumo piu' in generale. Certo che si vanno già
registrando i primi litigi tra chi svapa al cinema e chi non e' d'accordo.
Penso che fumare le 'elettroniche'
abbia senso nell' ambito di un percorso di disassuefazione, se ciò non
avviene, e' altamente probabile che il fumatore si ritrovi abbastanza
rapidamente a riaccendere le sue sigarette vere avendo peraltro speso una bella
cifra in vapore anziché in fumo!"
Il commento di Johann Rossi Mason: "Va detto che le sigarette elettroniche non sono tutte uguali: alcune prevedono solo aromi nelle cartucce di vapore, altre contengono vera e propria nicotina. Sono le prime allora a poter aiutare il fumatore a superare l'aspetto gestuale che vede l'esigenza di tenere qualcosa tra le mani'. Il problema è poi che le quantità di nicotina non sono sempre indicate e questo a mio parere dovrebbe essere oggetto di una maggiore attenzione dal punto di vista sanitario. Al momento il settore è completamente privo di regole e alcune campagne pubblicitarie vanno contro all'idea che la 'svapa' sia uno strumento di ausilio per smettere, al contrario, induce a credere che avere una sigaretta tra le labbra sia attraente e 'cool'. Un approccio che andrebbe regolato meglio per non rischiare che rappresenti un percorso inverso: dalla sigaretta elettronica a quella vera."
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